COS’E’ LA TALLONITE: infiammazione dolorosa del calcagno.

Un’ infiammazione cronica ed invalidante della parte posteriore  del piede; cosa fare? Quali i rimedi?

All’origine della sintomatologia dolorosa calcaneare possono infatti esserci patologie traumatiche, metaboliche, neurologiche e congenite, che a loro volta possono colpire le parti molli (tendinitiborsitiinfiammazioni tendineefasciti) o quelle ossee  come le fratture da stressspina calcaneare, artrosi astragalo calcaneare.

Anche semplici alterazioni posturali possono modificare l’assetto podalico e la distribuzione del carico su questa zona, determinando la comparsa di tallodinie.

Il dolore si manifesta soprattutto al risveglio o quando si cambia posizione. Può interessare un solo tallone o entrambi. Generalmente, la tallonite è più frequente negli uomini con un’età compresa tra i 40 e i 70 anni e in sovrappeso. Ma colpisce anche le donne, specialmente coloro che hanno l’abitudine a indossare tacchi alti. In effetti, tra le principali cause della tallonite c’è proprio una errata postura, molto spesso legata a scarpe inadeguate. Oltre i tacchi alti, tra i responsabili ci sono anche le scarpe sportive non idonee o calzature con suola rigida. Altra causa può essere la “tendinopatia inserzionale”, un’infiammazione causata dagli sport nei quali viene sollecitata la zona del tallone e del calcagno; inoltre, la tallonite può essere legata anche all’ artrosi o/a malattie metaboliche ( come la gotta), oppure alla presenza dello sperone calcaneare ( deformazione ossea a sperone della parte più distale del calcagno).

Gli esami per diagnosticarla sono: esame radiografico e posturale, ecografia ed a volte risonanza magnetica. Una volta individuata la malattia e la causa, si può procedere con le terapie che possono variare. Solitamente si rende necessario un riposo dell’area interessata per circa 2 settimane, arco temporale utile per far diminuire l’infiammazione. In generale, è sconsigliato l’utilizzo indiscriminato di farmaci antinfiammatori o analgesici. Altra cosa da non fare mai sono gli impacchi con il ghiaccio perché blocca il processo di riparazione dei tessuti provocando una vasocostrizione. A volta lo specialista può consigliare l’uso di pomate o gel antinfiammatori. «Nei casi più gravi si interviene con trattamenti specifici, come la mesoterapia antalgica low-dose, le infiltrazioni e la fisioterapia con Tecar-terapia  ed Ultrasuoni.

L’altra possibilità è l’intervento con le e Onde d’Urto di tipo focalizzate quando siamo in presenza di calcificazioni inserzionali, sperone calcaneare e   fascite plantare.

Presso il Centro Medico Soresi puoi effettuare un’Ecografia Muscolo-Tendinea per avere una diagnosi precisa ed intraprendere la terapia più idonea per il tuo disturbo.

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